Sovrappeso e fame
Sovrappeso e fame

SOVRAPPESO E FAME

Il problema dei chili di troppo

Il problema dei chili di troppo

Secondo gli ultimi dati resi disponibili da ISTAT in Italia 1 minorenne su 4 e un adulto su 2 presentano problematiche di eccesso di peso. Inoltre, maggiore è l’età dei soggetti considerati e più elevata è la percentuale dei soggetti in sovrappeso. 

Il sovrappeso è un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale, basti pensare che nel nostro Paese negli ultimi 30 anni l’incidenza dell’eccesso di peso è aumentata addirittura del 30% tanto che oggi gli Italiani definibili in sovrappeso sarebbero a quota 25 milioni.

Le motivazioni di questo trend sono da ricercare nel complessivo aumento dell’apporto calorico della nostra alimentazione e nella riduzione dei livelli di consumo delle calorie assunte. Se da un lato la nostra tavola è sempre più ricca di pietanze e condimenti grassi o alimenti raffinanti contenenti zuccheri semplici, dall’altro la nostra vita diviene sempre più sedentaria e i lavori che svolgiamo sempre meno impegnativi dal punto di vista fisico.

Ma come viene identificato il sovrappeso?

Per stabilire se un soggetto è in sovrappeso medici e nutrizionisti di norma affidano la loro prima valutazione al calcolo del suo BMI (Body Mass Index), o Indice di Massa Corporea (IMC), che si ottiene dividendo il peso espresso in Kg per il quadrato dell’altezza espressa in metri.
In base alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS):

  • BMI compreso tra 25 e 29,99 = sovrappeso
  • BMI maggiore o uguale a 30 = obesità

Purtroppo, come ricordato dal Ministero della Salute, sovrappeso e obesità rappresentano un importante fattore di rischio per le principali malattie croniche: malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica e alcune forme di tumori. Lungi dall’essere una mera questione estetica, i cosiddetti “chili di troppo” sono ormai divenuti un’emergenza sociale e un problema di sanità pubblica.

La terapia d’elezione per il trattamento del sovrappeso è sicuramente la dieta ipocalorica

Si tratta di un regime alimentare con un apporto calorico giornaliero ridotto rispetto a quello richiesto dal nostro organismo. Il deficit calorico, ovvero il discostamento tra l’energia che s’introduce con il cibo e quella che richiede il nostro corpo per l’attività quotidiana, fa sì che il nostro organismo consumando una quota energetica superiore a quella assunta col cibo debba in parte attingere ai depositi adiposi che rappresentano vere e proprie scorte energetiche. Questa pratica, nel tempo, determina una perdita di peso.

Fin qui sembra tutto molto facile, purtroppo però la messa in pratica presenta non poche difficoltà!
Molte persone sottoposte a dieta ipocalorica infatti faticano ad aderire al nuovo regime alimentare assegnato, tanto da abbandonarlo nel 50% dei casi dopo soli 6 mesi, nel 70% dei casi dopo 1 anno e addirittura nel 90% dei casi dopo 2 anni.

Ma perché seguire una dieta è così difficile?

Non è solo la mancanza di forza di volontà che determina l’incapacità di lasciare le vecchie abitudini per adottare nuovi stili di vita perché quando si impone una restrizione calorica al nostro organismo di fatto subentrano sofisticati meccanismi biochimici ancestrali che rendono difficile raggiungere la sazietà dopo i pasti prescritti e ci espongono a veri e propri attacchi di fame.

Regime alimentare ipocalorico

Regime alimentare ipocalorico

Il meccanismo dietro la fame quando si è a dieta

Il meccanismo dietro la fame quando si è a dieta

La riduzione dell’apporto calorico rispetto al necessario fabbisogno giornaliero manda l’organismo in stato di allarme: i conti energetici non tornano e il nostro corpo invia il segnale della fame.

La fame è il risultato di raffinati meccanismi compensatori di autodifesa, che sono retaggio del lontano passato, quando l’essere umano era un animale con qualche difficoltà in più a procacciarsi il cibo e ad introdurre le fonti di energia necessarie alla sua sopravvivenza. Non dimentichiamo che il nostro organismo si è evoluto nel tempo con lo scopo di far sopravvivere l’individuo e nell’antichità il cibo non abbondava come invece succede oggi nella società benestante.

In pratica, quindi, durante una dieta ipocalorica il nostro organismo “rema contro” la nostra volontà chiamando in causa specifici ormoni (ad esempio la grelina) che segnalano a livello del sistema nervoso centrale dell’individuo la necessità di aumentare l’introduzione di cibo. Parallelamente, quando si riduce l’introito di alimenti, la produzione degli ormoni che inducono il senso di sazietà è inibita. Il tutto si traduce in un aumento del senso di fame, quell’irresistibile voglia di mangiare che ci tormenta quando si tenta di dimagrire.

Recenti studi scientifici hanno dimostrato che è possibile agire in questo scenario modulando la flora batterica intestinale (microbiota intestinale). Alcuni peptidi prodotti da specifici batteri intestinali sarebbero infatti capaci di aumentare la produzione degli ormoni che stimolano il senso di sazietà.

Per avere successo nel perdere il peso in eccesso si raccomanda in ogni caso di affidarsi a uno specialista (dietologo, nutrizionista o dietista) in grado di proporre l’approccio più adeguato alla problematica di ogni individuo ed eventualmente consigliare l’utilizzo di un integratore idoneo per contribuire a placare il senso di fame durante la dieta.

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